Tecnica e storia della pittura ad olio

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Per saperne di più sulle tecnica e storia della pittura ad olio

Una delle tecniche più popolari nell'arte è sicuramente la pittura a olio. Tra i vantaggi di questa tecnica, c'è sicuramente la possibilità di correggere gli errori e fare modifiche sia durante la preparazione dell'opera, sia dopo: il colore tende ad asciugarsi lentamente, quindi si può lavorare con calma e a lungo sui colori senza paura che si secchino troppo in fretta. I colori ad olio sono solitamente più stabili degli altri, cioè non cambiano nel tempo (anche se in realtà si è visto che con gli anni tendono a scurirsi), e inoltre con l'olio si possono creare opere di grande effetto sull'estrema brillantezza dei colori.

 

La storia

Le origini della pittura a olio si perdono nella notte dei tempi già Vitruvio e Plinio il Vecchio parlavano. Nel corso del XV secolo, nell'area fiamminga, si perfezionò questa tecnica di classifica che poi iniziò a diffondersi in tutta Europa.

 

In Italia la pittura a olio era già usata insieme ad altre tecniche miste, ma lo fu ancora di più tra le corti che ebbero più contatti con la scuola fiamminga, come quelle di Urbino, Napoli e la corte papale di Roma e, più tardi, la scuola veneziana. Tra i primi artisti italiani che utilizzarono l'olio troviamo Piero della Francesca, Giovanni Bellini e Antonello da Messina. Per oltre quattrocento anni rimase la tecnica pittorica più usata fino all'avvento dell'acrilico. Nel XIX secolo la sua diffusione aumenta sostanzialmente quando appare il primo tubetto moderno. All'inizio del XX secolo, la pittura a olio dell'impressionismo è un modo di dipingere in libertà, soprattutto in ambienti esterni e rinnova la tecnica della pittura diretta dove i colori vengono stesi sulla superficie da dipingere puri, senza mescolarli sulla tavolozza o diluirli con sostanze.

 

La tecnica e la pratica

La pittura a olio è fatta con pigmento in polvere mescolato con oli vegetali di semi di lino o papavero o noce. I colori sono venduti in tubi sui quali è indicato il grado di trasparenza (opaco, semi-opaco, semitrasparente) e di nocività. Le tonalità in commercio sono circa 90, ma per iniziare a dipingere con gli oli non servono più una dozzina di colori oltre al bianco e nero essenziali che si usano mescolandoli con tutti gli altri colori.

 

Per la pittura a olio si usano principalmente i pennelli, pennello a disco, in setola di maiale, e pennello a pelo morbido in pelo di zibellino o fibre sintetiche. Altro strumento molto usato sono le spatole, che possono essere un "coltello", indispensabile per mescolare la vernice o raschiare via, o la cazzuola con la quale si applica direttamente sul supporto della pittura.

 

La trementina o l'acqua ragia è il miglior solvente per diluire i colori e rimuovere la vernice in eccesso.

Con i dipinti ad olio, si possono creare diversi effetti: le sovrapposizioni continue, cioè colore su colore a secco, creano zone di colore molto omogenee e perfettamente lisce, mentre utilizzando grandi quantità di colore, magari un po' diluite, si possono creare effetti cromatici o materici anche in rilievo. La sovrapposizione è ancora la tecnica più usata: sul primo strato di colore, detto 'schizzo' o 'preparazione' si stendono strati successivi detti vela, mezzocorpo, frottage, glacis, ecc... La regola base della sovrapposizione si chiama 'grasso su sottile', cioè gli strati devono essere sempre più ricchi di olio perché più ci si avvicina al finale. Inoltre, ogni strato successivo deve essere applicato su uno strato asciutto.

 

 

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